Marimino nasce dall’amore per le cose semplici.. e ci ricorda che dalle cose semplici e piccole nascono le più grandi e belle avventure!!

Inoltre Marimino è realizzato a mano in Italia. Sostiene un’associazione benefica: Give me a hand, creata da William Amighetti…

Sapendo che i costi delle protesi sono inaccessibili per le famiglie locali in Vietnam (per gli arti superiori si va dai 14 ai 22 mila euro), ha ideato, con un gruppo di esperti di diversi settori e regioni italiane, una protesi robotizzata che replica la forma del braccio e della mano che costa solo 3 mila euro….SOSTENIAMO QUESTA NOBILE CAUSA GRAZIE A @marimino.life e @talamona94

Lo Studio Tavazzi Zanetti sostiene questa iniziativa che ritiene particolarmente meritevole.

L’origine dei Marimo e di Marimino

Marimo (palla acquatica che rimbalza) è il nome attribuito dai giapponesi fin dall’epoca della sua scoperta alla Aegagropila linnaei. Prende origine dalla parola “mari” che significa biglia e “mo” suffisso riferito alle più svariate creature vegetali delle profondità lacustri, fluviali o marine. La prima descrizione di quest’alga nel suo ambiente naturale risale al 1820, in Austria, dove fu rinvenuta nel lago Zeller (distretto del Pinzgau, nel Salisburghese). In realtà questa specie era nota anche in altre nazioni dove era chiamata con diversi nomi. In Islanda, ad esempio, i pescatori del lago Myvatn (di origine vulcanica) la conoscevano come kúluskítur, ossia: “palla di erba che blocca le reti”, proprio perché veniva ritrovata all’interno di queste al momento della salpata. In Giappone è stata proclamata “tesoro nazionale” dal 1920 e, pur essendo presente esclusivamente nel lago Akan nella prefettura di Hokkaidō, viene celebrata annualmente con una festa in suo onore. Una simile strategia protezionistica dell’habitat naturale esiste in Islanda dove la salvaguardia è stata ottenuta mediante la creazione del Parco del lago Myvatn. Purtroppo negli ultimi 30 anni in ben più del 50% dei siti originali, l’alga non è stata ritrovata, probabilmente a causa dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione (aumento del carico organico) nei laghi che ospitavano le colonie.

Perchè “Marimino”?

La crescita lentissima del Marimo (dai 2 ai 5 mm all’anno) e la possibilità di reperirne di piccolissime dimensioni da acquacoltura, ha ispirato il nostro progetto.

La Campionessa del Mondo di nuoto paralimpico Arianna Talamona, innamorata di questa meraviglia, ha suggerito il nome “Marimino” ed ideato il primo gioiello del brand. Le illustrazioni sono realizzate dalla nota artista lombarda Sandy Aime, che “ha dipinto con gioia e felicità” la buffa e simpatica alga palla. Tutti i nostri prodotti sono progettati e realizzati artigianalmente in Italia.

Cos’è il Marimo?

E’ un’alga verde pluricellulare tra le più particolari ed amate al mondo, per la sua capacità di assumere, grazie al moto inesorabile delle onde, una forma sferica pressochè perfetta.

La forma tonda permette di sfruttare appieno i raggi solari che attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana dà vita alla  formazione di bollicine di ossigeno che, una volta liberate, gli consentono di danzare verso la superficie dell’acqua e creare delle oscillazioni. Per questo, spesso, è possibile osservare i Marimo galleggiare a pelo d’acqua.

Dove si trova?

La sua presenza, come detto, non è stata riscontrata soltanto in Giappone, ma anche in altri laghi situati nei seguenti luoghi: Austria, Svezia, Irlanda, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Turchia, Islanda, Sri Lanka ed Australia del Sud. Infatti gli habitats più comunemente colonizzati sono i laghi oligotrofici, con acque profonde e ricche di calcio, con rive strette, acque chiare azzurre e verdi, litorali con scarsa vegetazione e fauna piuttosto povera.

Tuttavia, la cultura del Marimo è molto legata al Giappone dove, per tradizione, ogni cosa viene associata ad una leggenda o ad un’emozione.

Esso rappresenta amore e rispetto sincero, in quanto ha origine dalla storia d’amore tra un cacciatore e la figlia del capo villaggio che, per sfuggire alle famiglie che li volevano separare, si nascosero sulle sponde del lago Akan, sull’isola di Hokkaidō. Dopo l’ora della loro morte, i loro spiriti si sarebbero trasformati nelle magnifiche sfere verdeggianti, rappresentative della perfezione dei sentimenti umani.

I giapponesi, vista la lunga aspettativa di vita del Marimo (in natura può arrivare a vivere dai 100 ai 200 anni, l’esemplare più grande conosciuto ha una larghezza di 95 cm) e la lenta crescita, lo considerano un’eredità familiare tant’è da tramandarlo di generazione in generazione, oltre a ritenere che sia di buon auspicio per tutte le novità della vita.

Come prendersi cura del Marimino?

  • Stappare il ciondolo, eliminare l’acqua dalla sfera agitandola delicatamente e sostituirla con acqua minerale (oppure decantata almeno 24 ore) almeno ogni due settimane;
  • Non è necessario toglierlo dalla sfera durante il cambio d’acqua;
  • Non tenerlo alla luce diretta del sole per periodi prolungati;
  • Non tenerlo vicino a fonti di calore.

Come sta il mio Marimo?

E’ tondeggiante e verde brillante: gode di ottima salute!

Invece se:

  • è diventato troppo biancastro, probabilmente sta ricevendo troppa luce;
  • ha una strana patina o la sua forma ti sembra inusuale, potrebbero essere altre alghe infestanti che gli crescono intorno. Queste alghe lo soffocano, quindi è meglio rimuoverle accuratamente con delle pinzette;
  • sta diventando marrone, può essere un segno che è il momento di pulirlo. Se la pulizia non dovesse risolvere il problema, stacca le parti marroni (morte) e aggiungi un pizzico di sale all’acqua per stimolare la ricrescita;
  • diventa nera o si apre, è perché sta iniziando a marcire dall’interno ed è purtroppo destinata alla morte.

Informazioni importanti

  • la sfera è realizzata in vetro soffiato temprato, maneggiare con cura;
  • collana in argento 925 oppure in acciaio Inox AISI-304 (anallergico);
  • TENERE LONTANO DALLA PORTATA DEI BAMBINI.

Arianna Talamona, classe 1994, nasce con una paraparesi spastica ereditaria, per l’esattezza con la Sindrome di Strumpell – Lorraine, ma fin da quando è molto piccola pratica il suo sport preferito, il Nuoto Paralimpico. Inizia a competere in gare agonistiche nelle categorie S7 – SB6 – SM7 solo dopo la fine delle scuole medie, nel 2009, ma da subito ottiene buoni risultati e si fa notare nel panorama dello sport paralimpico.

Infatti, nel 2011 arriva la prima convocazione con la Nazionale Italiana per gli Europei di Berlino, in Germania, dove Arianna gareggia in ben quattro competizioni e conquista subito la sua prima medaglia internazionale: arriva al 7° nei 100 mt stile libero, al 5° posto nei 100 e 400 mt stile libero e si aggiudica la medaglia di bronzo nei 100 mt dorso.

Arianna Talamona continua a collezionare ottimi risultati in ambiato italiano e nel 2013 arriva anche la sua prima convocazione per un Campionato del Mondo: partecipa infatti ai Mondiali di Montréal 2013, in Canada, ottenendo buoni piazzamenti quali un 7° posto nei 400 mt stile libero due 6° posti nei 100 mt dorso e nei 200 mt misti e con la staffetta mista 4×50 sfiora il podio, fermandosi al 4° posto.

Ma sono sicuramente le competizioni continentali le preferite di Arianna che, agliEuropei di Eindhoven 2014, nei Paesi Bassi aumenta il suo bottino: gareggia nei 50 mt stile libero ed arriva 6° firmando, però, il Record Italiano; si ferma ad un passo dal podio al 4° posto nei 100 mt dorso; conquista ben tre medaglie di bronzo nei 100 mt rana, nella staffetta mista 4×50 mt e nei 400 mt stile libero, dove sigla un altro Record Italiano ed infine una medaglia d’argento nei 200 mt misti.

Risultati che replica e migliora quest’anno, agli Europei di Funchal 2016, in Portogallo: Arianna Talamona entra in vasca nei 50 mt stile libero, conquistando un 5° posto, così come nei 100 mt stile libero, due medaglie di bronzo nei 400 mt stile libero e nei 100 mt dorso dove firma anche il Record Italiano. Record che sigla anche nei 100 mt rana, dove si ferma al 4° posto, e nei 200 mt misti dove Arianna porta a casa anche la sua prima medaglia d’oro.

La grande carriera sportiva di Arianna, in continua crescita, ed i record italiani che detiene le hanno permesso di qualificarsi per le Paralimpiadi di Rio 2016, per le quali fa parte anche del progetto AcquaRio 2016: un progetto finalizzato a sostenere la preparazione di atleti di eccellenza anche, e soprattutto, in vista delle Paralimpiadi (Federico Morlacchi, Giulia Ghiretti, Alessia Berra, Arjola Trimi, Susanna Ferrante, Francesca Secci) sotto la guida degli allenatori Massimiliano Tosin e Micaela Biava.