GLI STUDI IN MERITO

 

Salute: il dentista? spauracchio per 60% italiani. 25% rimanda le cure

Oltre il 60% delle persone percepisce uno stato di lieve ansia quando deve affrontare delle cure dentarie, il 26% ha sintomi specifici e il 10% mostra una vera fobia.

L’ansia cosiddetta ‘da poltrona’ e’ una condizione estremamente comune che si manifesta con sintomi fisici: accelerazione cardiaca, sudorazione, tremori, capogiri, vertigini sino allo svenimento e psicologici come l’evitamento.

In realta’ la paura del sangue e degli strumenti percepiti come offensivi (taglienti, a punta, aghi) e’ un sentimento primordiale. Inoltre il dentista agisce nella bocca, che e’ considerata una zona sensibile e psicologicamente ‘intima’. ”La manifestazione più evidente sono i comportamenti di fuga, l’allontanamento dall’operatore, l’irrequietezza. La maggior parte delle persone ansiose, il 25%, rimanda o evita completamente il momento delle cure, questo determina situazioni risulta molto compromesse, che prevedono maggior dispendio di tempo e di denaro”.

”Un paziente ansioso ha bisogno di una serie di attenzioni che devono essere attuate gia’ dal momento in cui entra in sala d’attesa – spiega il medico – e’ necessaria una accoglienza in qualche modo ‘dedicata’, a cominciare dalla segretaria che costituisce generalmente il primo viso attraverso il quale avviene il contatto. Questo paziente deve trovare un ambiente sereno, possibilmente in assoluta assenza dei tipici rumori ed odori degli ambulatori dentistici, bisogna cercare di non farlo attendere un minuto oltre l’orario convenuto, deve essere accompagnato dal professionista che lo segue senza fretta e con una misurata cordialità. L’ideale e’ poter dedicare a questi individui un tempo sufficiente ma ben determinato in occasione della prima visita; il paziente ansioso fatica ad accettare una posizione durante la visita, tende a non appoggiare la testa sul poggiatesta, a tenere le gambe tese e rigide e spesso non apre a sufficienza la bocca”.

HBmSj1sa_Pxgen_r_300xA

Come affrontare queste situazioni? ”Prima va cercato un canale di comunicazione, poi bisogna decidere se proporre direttamente l’uso del protossido d’azoto e/o di farmaci specifici. Paradossalmente il paziente soffre l’idea di non avere il controllo completo di sè e ha terrore del dolore fisico”.

Talvolta la situazione prende rapidamente una buona strada, tal’altra no: ”In questo caso – spiega lo specialista – e’ possibile ricorrere alla collaborazione di un anestesista per una sedazione farmacologica, senza addormentarlo del tutto ma che permette di eliminare l’ansia e altera la percezione del tempo in modo che un trattamento di ore sia percepito dal paziente come di pochi minuti”.

L’ansia è una situazione comune anche nei bambini.

A 7 anni invece possono seguire le istruzioni, se le proponiamo con un linguaggio e una modalità adatti a loro”, spiega Valentina Marinelli, specialista in odontoiatria. “Purtroppo – prosegue – sono i genitori i primi ad avere paura e trasmettono il timore al bambino con frasi o con atteggiamenti sbagliati”.

 

 

Modificato da http://www.clinicadelbenesseredentale.it/it/la-gestione-della-paura