Un report del National Institute for Health and Care Excellence del 2009 (ma aggiornato quest’anno) ha stabilito che la metà delle prescrizioni mediche a lungo termine vengono seguite in modo sbagliato, con tutti i rischi che ciò comporta. Con l’aiuto del dottor Luca Pasina, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, vi indichiamo gli errori più comuni
Chiudere gli occhi dopo aver messo il collirio
Quando si mettono le gocce oculari, uno degli errori più banali, ma molto diffusi, è quello di non chiudere i condotti lacrimali, lasciando così che il collirio passi nella gola e vanificandone buona parte della somministrazione. Un errore ancor più grave nel caso in cui si stiano usando colliri antibiotici o trattamenti per il glaucoma.
«Dopo aver messo le gocce, bisogna chiudere subito gli occhi, non solo limitarsi a sbatterli un paio di volte, badando di tenere premuto l’interno dell’occhio con un dito per almeno due minuti per chiudere il condotto nasolacrimale», spiega la professoressa Francesca Cordeiro del Western Eye Hospital di Londra, che suggerisce anche di abbassare la parte inferiore della palpebra per mettere il collirio nel modo corretto, anziché cercare di far cadere le gocce direttamente nel bulbo oculare (rischiando così di farle fuoriuscire e di farle scorrere sulle guance). «Questa procedura consente inoltre di limitare l’assorbimento sistemico del farmaco – aggiunge Pasina – riducendo il rischio di effetti indesiderati».
Respirare normalmente dopo aver utilizzato uno spray nasale
«Inspirare forzatamente dopo aver spruzzato lo spray in una narice, anziché respirare normalmente come invece si dovrebbe fare, è un comportamento molto diffuso, ma è anche scorretto, perché così facendo si manda lo spray in gola, finendo per deglutirlo. E questo è uno dei motivi per i quali gli spray nasali non funzionano», commenta Sophie Farooque, consulente allergologa dell’Imperial College Healthcare NHS Trust di Londra, che suggerisce anche di non chiudere la narice durante la somministrazione, spruzzando il farmaco in direzione laterale e non verso il setto nasale, al fine di limitare il rischio di effetti indesiderati e massimizzare l’efficacia; di utilizzare una soluzione salina prima dello spray (così da renderlo più efficace); di non rinunciare prima del tempo agli spray steroidei prescritti in caso di allergia (servono almeno due settimane perché facciano effetto).
Oltre a questo, il dottor Pasina consiglia inoltre «di limitare invece allo stretto necessario (non più di 3-5 giorni) gli spray decongestionanti usati per il raffreddore, perché possono causare dipendenza, con conseguente rinite da rimbalzo, e possono infine scatenare effetti indesiderati quali mal di testa, aumento della pressione sanguigna, tremori, vertigini, tachicardia e insonnia».
Massaggiare sul corpo i gel antidolorifici
Scelta assai diffusa per alleviare i dolori muscolari e osteoarticolari, queste creme o gel vengono però talvolta usate in modo scorretto.
«Molto spesso le persone sono convinte che basti lasciarle a contatto della pelle perché facciano effetto – spiega Sultan Dajani, portavoce della Royal Pharmaceutical Society -, ma in realtà è necessario massaggiarle sull’area interessata per aumentare la circolazione sanguigna e permettere così al principio attivo del farmaco di essere assorbito».
Non respirare velocemente dopo aver usato l’inalatore
«Un respiro rapido subito dopo aver usato l’inalatore fa in modo che la medicina si fermi quasi tutta in gola e, di conseguenza, solo una piccola parte di essa arriva nei polmoni, dove invece serve davvero», avverte Sue Kropf, manager della charity Asthma UK, che consiglia di respirare per cinque secondi prima di usare l’inalatore, trattenendo poi il fiato per dieci secondi per dare il tempo al farmaco di raggiungere i polmoni, e di aspettare almeno 30 secondi fra un’inalazione e l’altra.
Tenere il capo piegato due minuti dopo aver instillato gocce auricolari
«Molte persone sono erroneamente convinte di poter riprendere immediatamente l’attività interrotta subito dopo aver stillato un paio di gocce auricolari nel condotto uditivo – dice ancora Dajani -, ma così facendo il medicinale fuoriesce dal condotto, risultando perciò inefficace».