Sembra incredibile ma la metà della popolazione statunitense non si lava i denti le raccomandate due volte al giorno (mattina e sera).
Spazzolarsi prima di andare a letto è particolarmente importante, perché le placche si formano più facilmente durante il sonno. I residui di cibo, combinati con il fatto che la bocca rimane più secca di notte, creano un ambiente particolarmente sfavorevole. Lavarsi i denti la mattina elimina la placca che comunque si è formata la notte.

 

Spazzolare i denti subito dopo aver mangiato

Anche se i frenetici ritmi moderni potrebbero renderlo un tantino complicato, sarebbe bene aspettare almeno 30 minuti dalla fine del pasto prima di lavarsi i denti. Cibo e bevande acide indeboliscono lo smalto dei denti, pertanto prima di lavarli è meglio aspettare che si ripristini il Ph naturale della bocca.
Potete anche scegliere di spazzolarli prima di mangiare (appena svegli la mattina) o comunque 30 minuti dopo e badate che sia l’ultima cosa che fate prima di addormentarvi la notte.

Lavarsi i denti con «una spanna» di dentifricio

Torniamo allora ad alcuni caposaldi: lavarsi i denti con lo spazzolino è utilissimo. Una pratica insostituibile. Attenzione però: “funziona” solo se eseguita con un dentifricio al fluoro. Lavarsi i denti non solo aiuta a prevenire le gengiviti e la formazione della placca, ma anche la carie, la patologia più temuta.
Non c’è bisogno però di ricoprire l’intero spazzolino di pasta dentifricia: ne basta poco, la dimensione di una perla. Se ne spreca meno e si puliscono meglio i denti, anche perché il dentifricio è solo una parte dell’equazione di una buona igiene orale.


Spazzolare i denti solo davanti

D’accordo che un sorriso luminoso mette in risalto soprattutto i denti davanti, ma ciò non significa che quelli posteriori vadano trascurati. La placca si accumula anche nella parte posteriore dei denti, non solo davanti, pertanto è fondamentale spazzolarli per bene tutti, raggiungendo ogni angolo. Il vero obiettivo della spazzolatura, infatti, è quello di rimuovere i detriti da punti difficili da raggiungere, come le gengive e l’area tra i denti.
Dovreste anche cercare di spazzolare un dente alla volta, spingendo delicatamente le setole intorno alla gengiva e agli spazi tra ogni singolo dente.


Spazzolare i denti per meno di due minuti

Numerosi test scientifici hanno stabilito che il tempo medio di un’efficace spazzolatura dei denti è di due minuti. Metterci di meno significa lasciare sui denti dei possibili residui di tartaro e cibo o rischiare di macchiarli, senza contare che la fretta spinge ad aumentare la pressione sullo spazzolino per finire prima, rovinando lo smalto.


Usare lo spazzolino con troppa violenza

Un eccesso di foga nello spazzolarsi ha un effetto abrasivo sui denti che, a lungo andare, li rovina. Quando le setole vengono premute troppo fortemente, agiscono in modo più veloce e non riescono a penetrare nelle fessure che avrebbero bisogno di raggiungere, lasciando più macchie e detriti in bocca.
Ecco perché vanno sempre preferiti degli spazzolini a setole morbide, che agiscono in maniera più delicata, ricordandosi di non esagerare con la pressione esercitata.


Non spazzolare la lingua

La lingua può portare batteri, che possono causare alito cattivo e altri problemi. Spazzolare o strofinare delicatamente la lingua dopo aver lavato i denti è altrettanto essenziale come le altre buone pratiche.


Risciacquare subito i denti

Contrariamente alla convinzione comune, risciacquare i denti subito dopo averli spazzolati non va affatto bene. In questo modo non si permette al dentifricio di ricreare un ambiente ottimale all’interno della bocca. Meglio perciò limitarsi a sputare se volete che il fluoro resti sui denti almeno i canonici 30 minuti dopo averli spazzolati.

Coprire lo spazzolino

L’aria della stanza da bagno non è la più fresca, coprire lo spazzolino fa sì che le sue setole rimangano bagnate e chiuse in modo da favorire la crescita di muffe e batteri. Lasciate asciugare all’aria lo spazzolino, ma non troppo vicino alla toilette.
Ogni volta che tirate l’acqua, infatti, piccole particelle di quello che c’è nel wc potrebbero sollevarsi nell’aria e fermarsi sulle setole del vostro spazzolino. Chiudete il coperchio del water prima di tirare l’acqua e lavatevi bene le mani prima di toccare lo spazzolino e comunque riponete lo spazzolino più lontano possibile dal water.


Cambiare poche volte l’anno lo spazzolino

La maggior parte degli americani cambia il proprio spazzolino solo una o due volte l’anno, ma gli esperti dicono che bisognerebbe farlo ogni tre mesi. Le setole diventano un ambiente poco igienico dopo un certo periodo di tempo, soprattutto se siete stati malati nel frattempo. Ancora più importante, le setole saranno usurate e piegate, il che impedirà loro di entrare nelle gengive e nei piccoli spazi. Vanno bene setole morbide (o extra morbide) con un design semplice (no a tipologie eccessivamente angolari e modellate): dolci sulle gengive, agiscono in modo uniforme e si inseriscono nelle fessure strette.
Per quanto riguarda il tipo di spazzolino, ormai molti studi confermano che gli spazzolini da denti elettrici sono meglio di quelli tradizionali: riducono sia la placca che le gengiviti più degli spazzolini normali. Tra gli elettrici, sono meglio quelli a testine rotanti, ma la differenza tra i due tipi è comunque minima.


Spazzolare i denti sotto la doccia

Quella che potrebbe sembrare la perfetta soluzione multi-tasking, a maggior ragione se i minuti sono contati e si vogliono ottimizzare i tempi, è in realtà una delle scelte peggiori che si possa fare, perché spinge a dedicare meno attenzione all’intero processo. Al contrario, invece, spazzolarsi i denti davanti allo specchio rende consapevoli di quello che si sta facendo e aiuta anche a correggere gli eventuali errori, soprattutto per quanto riguarda l’angolazione dello spazzolino.


Bere acqua filtrata o in bottiglia

Il floruro (ovvero il fluoro in forma attiva) si trova generalmente nell’acqua del rubinetto, e garantisce ai denti una protezione extra. Bere acqua filtrata o minerale senza opportune caratteristiche significa non approfittare degli importanti sali minerali che l’acqua dell’acquedotto contiene, fra cui appunto il floruro, privando così i denti di un valido alleato.


Non badare alla «predisposizione»

Per quanto riguarda l’incidenza delle carie o l’accumulo di placca e il formarsi di gengiviti, dobbiamo anche riconoscere che ci sono un sacco di fattori al di fuori del nostro controllo. Alcuni sono fattori genetici.
La forza del nostro smalto molto probabilmente può determinare quanto facilmente i batteri possano abbattere le nostre difese. La composizione stessa della saliva determina quanto facilmente possiamo opporci ai batteri. Anche la morfologia del dente può lasciarne alcuni più suscettibili alle infezioni. Altre cose hanno poco a che fare con l’odontoiatria: come ciò che si mangia, che può influenzare la salute dentale.

Non fare le sigillature in chi è predisposto

Uno studio effettuato sulle visite di prevenzione ha evidenziato l’effetto protettivo che deriva dall’utilizzo di sigillanti. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica sulla comparsa delle carie si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.


Non fare regolari visite di prevenzione

Nel 2013, utilizzando dati dell’Alabama Children’s Health Insurance Program su 36mila bambini si è evidenziato che regolari visite di prevenzione erano associate a un minor numero di appuntamenti per cure odontoiatriche nel futuro, il che implicava vi fosse stato un miglioramento della salute orale.
Sulle radiografie invece ci sono alcuni dubbi: per adulti senza problemi dentali apparenti, ci sono poche prove a sostegno dell’uso dei raggi X dentali annuali.